Gender

BUROCRAZIA VS LA NATURA E L’INNOCENZA

Attualità Riflessioni

Come riportato da un chiaro ed efficace articolo di Alfredo Mantovano, “con determina del 25 febbraio 2019 il dirigente dell’area pre-autorizzazioni dell’AIFA ha inserito la molecola Trp-triptorelina fra i medicinali erogabili a carico del servizio sanitario nazionale”.

In parole povere, un semplice funzionario del nostro sistema burocratico ha autorizzato, a spese del SSN, il libero commercio di una medicina che può interrompere lo sviluppo puberale di un ragazzo o di una ragazza ritenuti affetti da Dg-disforia di genere, lasciando loro la possibilità di scegliere quale sesso adottare una volta raggiunta la maggiore età.

Questo atto amministrativo (la banalità del male?) i cui esiti interferiscono in maniera brutale nella vita degli adolescenti è stato approvato dal Comitato Nazionale di Bioetica, approvazione dalla quale si è dissociata la Prof.ssa Assuntina Morresi con le motivazioni che trovate cliccando qui.

Il tutto è passato nell’indifferenza della maggioranza dell’opinione pubblica grazie al silenzio dei “giornaloni” e dei TG e nonostante le critiche da parte dei pochi che ragionano ancora con la propria testa, che hanno messo in mostra, a proposito di quanto accaduto, la carenza di studi clinici, i terribili dubbi sullo sviluppo cerebrale e sulla fertilità, la questione delicatissima del consenso del minore, i problemi etici irrisolti, la irreversibilità dei probabili effetti negativi del medicinale in questione.

Come nonni non possiamo stare in silenzio di fronte ad una decisione così grave, presa senza una ponderata e trasparente valutazione, che potrebbe coinvolgere indebitamente tanti giovani sprovveduti e tanti adulti confusi, sconvolgendone le esistenze.

Frutto di una violenta manipolazione della realtà della natura, determinato dal delirio di onnipotenza che si è impadronito dell’uomo del nostro tempo.

Si parla tanto di ecologia rispetto al clima ed alle sue conseguenze e nel nostro caso si porta un insensato attacco all’ecologia dell’umano, che merita ben altri approcci.

Fermare per qualche anno (e dicono che è per poco tempo!) lo sviluppo puberale, proprio negli anni in cui il giovane ha la possibilità oggettiva di prendere coscienza del proprio io, significa togliere all’adolescente gli strumenti per essere totalmente se stesso, in nome di una impostazione ideologica che si pone fuori dalla realtà.

Questi maligni ideologi pensano che per decidere occorra per forza essere “neutrali”, che, nel caso specifico, significherebbe essere “eunuchi”.

Si toglie così ogni verità alla crescita del giovane ed ogni drammaticità alla libertà della persona. Si tratta di una vera e propria istigazione alla irrealtà, ponendo il diabolico e distruttivo seme del dubbio esistenziale, che rende poi sterile, non solo dal punto di vista sessuale, la creatività delle persone e dell’intera società.

In particolare, riteniamo che i cristiani tutti debbano prendere coscienza che quello in atto costituisce una blasfema sfida che l’uomo moderno lancia nei confronti di Dio creatore, ponendosi lui stesso al posto di Dio. Di fronte a questa sfida riteniamo che sarebbe colpevole il silenzio e noi nonni non vogliamo sentirci colpevoli, almeno in questo.

La verità è che, di fronte ai problemi che la realtà pone, si cerca sempre la strada apparentemente più breve; anche in questo caso, la vera risposta sta in una decisa ripresa della nostra responsabilità educativa.

Per risolvere i problemi dei giovani, compreso questo, occorre usare meno medicine e attivare più amorevole educazione per aiutare le nuove generazioni a non arrendersi alle diaboliche e perverse ideologie vigenti, veicolate con parole e gesti di finta innocenza. Invitiamo chi intendesse approfondire queste tematiche a leggerne l’approfondita analisi a firma della Morresi riportata sul sito L-Jus del Centro Studi Livatino, che trovate qui.

Peppino Zola