Emmanuel Macron

LETTERA APERTA DELLA FAFCE AL PRESIDENTE FRANCESE EMMANUEL MACRON: “SIAMO ANCORA LIBERI DI PROTEGGERE LA VITA?”

FAFCE Presenza pubblica

Bruxelles, 21 gennaio 2022

Caro Signor Presidente,

Dopo il suo intervento al Parlamento europeo in occasione dell’inizio della Presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea, vorremmo esprimere le nostre preoccupazioni per alcune contraddizioni nella sua dichiarazione.

Se da un lato parla di uno “Stato di diritto esistenziale per la nostra Europa”, dall’altro propone di sancire nella Carta dei diritti fondamentali una pratica illegale in diversi Stati membri dell’UE.

Allo stesso modo, lei giustamente sottolinea che questa Carta ha sancito “l’abolizione della pena di morte in tutta l’Unione”, ma desidera riconoscere come diritto fondamentale una pratica che è considerata da molti cittadini un atto fatale di violenza contro i nostri membri più vulnerabili.

Il riconoscimento di un cosiddetto “diritto all’aborto” sarebbe, inoltre, in palese contraddizione con la Carta stessa, che sancisce nei suoi primi due articoli l’inviolabilità della dignità umana e il diritto alla vita.

Caro Signor Presidente,

Ci interessa testimoniare per tutti coloro che, secondo la scienza, credono che la vita umana inizi al concepimento.

Nel 1948 Denis de Rougemont affermava che “la suprema conquista dell’Europa si chiama dignità dell’uomo e la sua vera forma è nella libertà”. Dobbiamo temere che vengano imposti dei limiti alla libertà di assumersi la responsabilità di una nuova vita, accompagnando le madri e le famiglie in difficoltà?

Come ha affermato nella sua dichiarazione, democrazia, progresso e pace sono tutti “minacciati”. La prima e più grande minaccia è l’uccisione del nascituro. Se, come lei ha detto, la democrazia è nata in Europa e ha ricevuto nuove vite negli ultimi settant’anni, non dobbiamo lo stesso ai bambini che vi parteciperanno e renderanno possibile quella democrazia?

Caro Signor Presidente,

La invitiamo sinceramente a non utilizzare questo Semestre per scopi politici e ideologici. La invitiamo a lavorare per il bene comune dei nostri popoli, delle nostre famiglie e dei nostri figli, che sono il futuro dell’Europa. La nostra Federazione, insieme a tutte le persone di buona volontà, è al servizio delle istituzioni per collaborare in modo costruttivo, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. Se mancano queste pietre miliari comuni, le parole a Lei più care – come “valori” e “democrazia” – saranno svuotate del loro significato.

Al contrario, le nostre società meritano politiche europee concrete, solidali ed efficaci, basate sui reali bisogni delle famiglie. Tali politiche sono necessarie per affrontare la triplice sfida delle transizioni digitale, ambientale e demografica.

La prego di accettare, signor Presidente, l’espressione della nostra più alta considerazione.

Vincenzo Bassi, Presidente

Antoine Renard, Presidente Onorario